Tullio De Mauro, Storia linguistica dell’Italia repubblicana dal 1946 ai nostri giorni

Mercoledì 15 aprile, dalle ore 11 in Aula 2 della Sede Centrale, Tullio De Mauro discuterà del suo ultimo volume, Storia linguistica dell’Italia repubblicana dal 1946 ai nostri giorni, recentemente uscito per Laterza.

L’evento è organizzato nell’ambito delle attività del Dottorato di Filologia e della Scuola dottorale di Scienze dell’antichità e filologico-letterarie.
Tema dell’incontro è la storia linguistica del nostro Paese degli ultimi settant’anni, continuazione della Storia linguistica dell’Italia unita (1963), tracciata in pagine appassionanti e ampiamente documentate, dove la riflessione sulla lingua si arricchisce dei dati storici e demografici, dell’osservazione dei mutamenti intervenuti nella società così come dei livelli di istruzione della popolazione. La partecipazione alla vita culturale del paese così come le stesse capacità linguistiche degli italiani risultano dal complesso intreccio dei fattori demografici, produttivi, sociali e culturali intervenuti tra gli anni Cinquanta del secolo scorso e gli anni Dieci del nuovo secolo. L’osservazione dei fatti linguistici nella prospettiva dell’uso che i parlanti fanno del patrimonio linguistico a loro disposizione affonda le sue radici nella correlazione saussuriana tra lingua, tempo e massa parlante e conduce infine a una lucida analisi dei dislivelli culturali e linguistici della nostra società, dove la popolazione adulta ha il più basso livello di capacità di scrittura, lettura e calcolo di tutti i paesi UE: all’espansione dell’uso della lingua comune non corrisponde una buona competenza nell’uso della lingua scritta. La ricetta per attenuare il divario tra un 16,1% di popolazione attiva, con abilità e competenze anche sofisticate, e più della metà della popolazione prossima invece all’inerzia completa non può che essere costituita da attività di formazione, lifelong learning e lettura. D’altra parte, se già sono state superate fratture e disparità secolari nella nostra storia linguistica e sociale, anche queste nuove fratture potranno essere sanate, soprattutto se, come conclude ottimisticamente l’autore, si combatterà «la buona battaglia per migliorare le condizioni linguistiche e non solo linguistiche dell’Italia».

Tullio De Mauro ha insegnato Filosofia del linguaggio e Linguistica generale all’Università La Sapienza di Roma, dove ora è professore emerito. Accademico della Crusca, socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei, è doctor honoris causa di diverse università (Waseda Tokyo, Lovanio, École Normale Supérieure di Lione, Bucarest, Sorbonne Nouvelle, Siviglia, Ginevra); è presidente della Fondazione Bellonci e presidente onorario della Rete italiana di cultura popolare.
È autore di saggi e volumi tradotti in numerose lingue straniere, snodi fondamentali della riflessione linguistica, linguistico-filosofica e lessicografica italiana, tra i quali vanno ricordati Introduzione alla semantica (1965), la traduzione commentata del Cours de linguistique générale di F. de Saussure (1967), Guida all’uso delle parole (1980), Minisemantica dei linguaggi non-verbali e delle lingue (1982), Capire le parole (1994), Prima lezione sul linguaggio (2002), Lezioni di linguistica teorica (2003), La fabbrica delle parole (2005), In Europa son già 103. Troppe lingue per una democrazia? (2014).
Ha curato l’edizione di un importante dizionario dell’Italiano contemporaneo (Grande dizionario italiano dell’uso in 8 voll., 20072), un primo Lessico di frequenza dell’italiano parlato (1993), un Dizionario etimologico (2000), nonché Dizionari per diverse fasce di competenza della lingua italiana (DIB Dizionario dell’Italiano di base, 1996; DAIC Dizionario avanzato dell’italiano corrente, 1997).