Scritture in transito tra letteratura e cinema. Cucine e Catarsi

CUCINE E CATARSI

Il seminario, “Scritture in transito tra letteratura e cinema”, guidato da Silvia Acocella (Letteratura italiana contemporanea) con il supporto di Ludovico Brancaccio (montatore) e dedicato al tema delle Stanze, scoprirà che le cucine, nell’impossibilità del tragico novecentesco, si offrono come spazio surrogato per catarsi private, quotidiane e domestiche. Dagli spazi immensi della cucina di Fratta di Nievo, attraverso le piste tracciata da Il crudo e il cotto di Lévi-Strauss, ci si sposterà nelle stanze costruite sul vuoto lasciato dall’antico focolare. Gianluca Della Corte ci condurrà tra le cucine di Oriente e Occidente, tra identità e diversità, dove tutto si ridefinisce culturalmente. Marianna Lucia Di Lucia ci indicherà il segreto di una cucina-crocevia di destini, dove, insieme alla salsa dei Pomodori verdi fritti, il cibo si mischierà a risate salvifiche. Palcoscenico di una scena catartica e liberatoria è la cucina di Matrimonio all’italiana, in cui Filomena Marturano, brandendo una pasta fredda di frigo, trova lo spazio, effimero ma sublime, di una rivincita. Tra ricette, dolci e testamenti morali, si stabilirà un legame indissolubile tra un vecchio e una giovane donna, grazie alle immagini intraviste da La finestra di fronte. Le famiglie di fatto, in cucina, valgono quanto quelle naturali e il pasto finale che fa chiudere il cerchio di una grande saga, con lo scambio dei piatti tra patriarca e ultimo arrivato, ne La famiglia, vale quanto la pasta e ceci condivisa da un’improvvisata banda del buco che, ne I soliti ignoti, si ferma a mangiare accanto al loro ultimo buco nell’acqua. Nella grande notte che dovrebbe cambiare i destini in Big night, il punto catartico di riequilibrio è dato dall’alleanza di due fratelli che, mangiando, nella loro cucina dismessa, la frittata concreta e metaforica dei loro atti mancati, rovesciano e consumano abbracciati la crudità/crudeltà del mondo. Una busta di plastica, piena di vento e danzante nell’aria, sarà l’ultima immagine di un’American beauty che passerà davanti agli occhi di un uomo medio, nel suo monologo post-mortem, mentre, riverso sul tavolo della cucina, vedrà tutti i semi non raccolti della sua vita. Racchiusa nel vento di quell’«infinito terreno» è la spinta antigravitazionale di bellezza che, contrapposta alla legge di Newton, invincibilmente muove il mondo verso il cielo.

Giovedì 17 maggio- AULA PIOVANI (ore 13-15)

il seminario corrisponde a 4CFU ed è aperto a tutti