I nomi dei morti: lingua e società negli annunci funebri a Napoli

Giovedì 25 febbraio, nella sede dell’Accademia Pontaniana (h 16-17), Federico Albano Leoni, Valerio Petrarca e Valeria Pezza terranno una conferenza su Lingua e società a Napoli, conferenza che prende spunto dagli annunci funebri che ancora oggi non è raro vedere affissi sui muri della nostra città.

La conferenza, dedicata a I nomi dei morti: lingua e società negli annunci funebri a Napoli, prende spunto dalla costruzione di un corpus molto particolare, che rappresenta un fenomeno senza paragoni nella cultura metropolitana occidentale, di cui rappresenta peraltro una componente specifica del paesaggio urbano, e che fornisce preziosi elementi di riflessione (socio)linguistica e antropologica.

Si tratta di un numero ingente di foto dei manifesti funebri dove compaiono i soprannomi dei defunti la cui grafia, studiata e commentata da Federico Albano Leoni, allontanandosi dalla pratica ortografica ‘italianizzata’ del napoletano, si rivela in più punti diversa da quella canonica rmostrando caratteristiche reali del napoletano parlato, almeno nei suoi registri popolari, che l’ortografia canonica invece normalmente oscura. Ciò permette intanto di verificare come anche il napoletano, come tutte le lingue, sia al suo interno stratificato e presenti registri alti (soprattutto letterari) e registri bassi. L’analisi delle forme ortografiche permette inoltre di osservare come il napoletano di questi particolarissimi testi presenti, attraverso il filtro di un’ortografia semispontanea, o addirittura selvaggia, fenomeni fonetici interessanti e poco studiati, come la forte riduzione delle vocali in sillaba atona, spesso fino alla loro scomparsa, manifestando così un tratto peculiare che lo distingue profondamente sia dalla varietà napoletana alta, sia dall’italiano standard.

Nell’ambito della conferenza Valeria Pezza dedica invece il suo intervento alle forme della memoria sui muri di Napoli e in particolare all’annuncio mortuario quale “monumento di carta” che, collocandosi tra dimensione privata e pubblica, tra carattere domestico e familiarità diffusa, rivela le forme tipiche del ricordo in architettura.

Valerio Petrarca tratterà infine degli usi della scrittura e dei dinamismi popolari negli annunci funebri napoletani mostrando come il genere murale, nella sua specificità, risenta maggiormente dell’avviso orale delle società preindustriali. La resistenza degli avvisi murali nella comunicazione contemporanea, ancora viva in alcune zone della nostra città, mostra in realtà una tendenza verso l’indebolimento della funzione informativa che sembra essere inversamente proporzionale all’accrescimento del valore cultuale di celebrazione del morto e del gruppo cui appartiene. Ed è qui, in particolare, che acquistano significato tutte le informazioni riguardanti i vari tipi di soprannomi.