Homo Cyber

Lunedì 1 aprile 2014 ore 16,30 presso l’aula Piovani si terrà il seminario Homo Cyber: cervello, terapie, potenziamento neuroscienze e scienze umane in dialogo tenuto dai proff. Michele Papa, docente di Anatomia Umana presso la Seconda Università di Napoli (Dipartimento di Salute Mentale e Fisica e Medicina Preventiva) e Guglielmo Tamburrini, docente di Filosofia della scienza e della tecnologia presso l’Università di Napoli Federico II (DIETI – Dipartimento di Ingegneria Elettrica e Tecnologie dell’Informazione). Tutti i docenti e gli studenti sono invitati. Referente dell’evento: prof. Emilio Balzano.

Descrizione:
Il cervello umano è inserito in una rete sempre più vasta di tecnologie, che schiudono nuove possibilità d’intervento a fini terapeutici, di potenziamento delle capacità mentali, di benessere psicologico, di estensione della facoltà di comunicare e di agire. Alcuni esempi emblematici di queste tecnologie saranno qui discussi anche alla luce delle loro implicazioni filosofiche, sociali e politiche. Le nuove tecniche optogenetiche, che modificano in maniera non invasiva le attività di singoli neuroni del cervello, suggeriscono la possibilità di modulare comportamenti legati alla depressione, alle dipendenze o al morbo di Parkinson.
Altre forme di perturbazione dei processi cerebrali potrebbero aprire la strada alla cancellazione selettiva di memorie episodiche traumatiche oppure a terapie di contrasto del dolore neuropatico.
Attraverso le interfacce cervello-macchina, un computer è in grado di cogliere il correlato neurale di una nostra intenzione ad agire, chiedendo poi a un robot di eseguire per noi l’azione desiderata. Si è ipotizzato che lo stesso tipo di interfaccia possa consentire di individuare i correlati neurali di stati coscienti del cervello, anche in soggetti affetti dalla sindrome “di veglia non risponde”, in precedenza descritti come soggetti in stato vegetativo.
Le modifiche della memoria, ma a ben vedere tutto lo spettro degli interventi abilitati da queste nuove tecnologie, pongono problemi di persistenza dell’identità personale nel tempo; problemi di desiderabilità o liceità di un’auto-progettazione rivolta a modificare personalità, carattere e capacità mentali; problemi di riesame delle relazioni tra responsabilità, autonomia, libertà individuale di scelta e giustizia distributiva nel contesto di azioni tecnologicamente possibili.
E infine la scoperta di sorprendenti collegamenti tra le modifiche del microbiota intestinale umano e vari comportamenti mentali – associati ad ansia, a disturbi della comunicazione, a risposte stereotipate nei modelli animali dell’uomo – pone nuovi interrogativi sulla localizzazione della mente, del suo sostrato materiale e dei meccanismi che soggiacciono al processo mentale, illuminando allo stesso tempo la relazione simbiotica che sussiste tra il cervello e il suo contesto biologico.