
Per una di quelle pianure ignote. Cesare Garboli, vent’anni dopo
A poco più di vent’anni dalla sua morte, è sembrato opportuno e stimolante fare il punto sull’opera di Cesare Garboli. Poliedrico critico letterario, Garboli assunse prospettive sempre originali, servendosi di uno stile brillante e seducente, e scrisse e ragionò sugli autori e sulle questioni più rilevanti del ‘900 (e non solo). Molière, Giovanni Pascoli, Antonio Delfini, Giorgio Bassani, Elsa Morante, Natalia Ginzburg: sono solo alcuni degli scrittori sui quali Garboli, nelle vesti ora di critico e ora di editore dissimulato, ha esercitato la sua intelligenza provocativa e la sua ermeneutica insieme eretica e rigorosa.
Il convegno, che si terrà il 14 e il 15 aprile 2025 presso il Dipartimento di Studi Umanistici, è stato organizzato dai professori Francesco Montuori e Chiara De Caprio insieme a Davide Di Falco e ad Emiliano Ceresi, due giovani studiosi che dedicano ricerche e attività di divulgazione al Novecento letterario italiano. Vi prenderanno parte autorevoli specialisti, come Laura Desideri e Domenico Scarpa, che in anni recenti hanno lavorato sulle carte d’archivio del critico portando alla luce testi inediti o poco noti. Il convegno si segnala anche per la partecipazione di giovani e brillanti ricercatori, che alla figura del critico si accosteranno con gli strumenti della filologia e dell’analisi linguistico-stilistica. Saranno inoltre presenti Vanna Presotto e Giorgio Amitrano, che, in quanto curatori dell’Archivio Garboli, riferiranno del loro legame umano e intellettuale con lui.